Pesci vivipari: quali sono e come allevarli

Con un po’ di attenzione e tanta curiosità, allevare vivipari diventa un’avventura affascinante e persino rilassante.

I pesci vivipari sono l’equivalente degli amici che ti presentano i figli senza avvisare: un giorno hai una vasca tranquilla, il giorno dopo ti ritrovi decine di mini-pesciolini che scorazzano dappertutto. Ma niente panico: allevare pesci vivipari non è un’impresa impossibile, anzi è perfetto per chi inizia ad avvicinarsi al meraviglioso (e colorato) mondo dell’acquariofilia. In questo articolo ti guiderò passo dopo passo su cosa significa avere dei pesci vivipari, quali sono le specie più comuni e quali trucchi pratici usare per allevarli al meglio, senza trasformare la tua vasca in una soap opera acquatica.

Cosa significa “pesci vivipari”

Prima di parlare delle specie e della loro gestione quotidiana, chiariamo subito un concetto fondamentale: i pesci vivipari sono quelli che partoriscono piccoli già formati, pronti a nuotare e cavarsela fin da subito. Non depongono uova come tanti altri pesci, ma danno alla luce direttamente gli avannotti, ossia i pesciolini neonati.

Questa caratteristica li rende incredibilmente affascinanti per gli acquariofili principianti, perché non devi preoccuparti di cavetti elettrici, incubatrici o cure complicate delle uova. Certo, c’è un piccolo “effetto sorpresa”: potresti svegliarti una mattina e trovarti la vasca affollata di mini-pesci. E se non sei pronto ad accoglierli, i nuovi arrivati possono anche diventare uno snack prelibato per i genitori o per gli altri coinquilini acquatici. La natura a volte è crudele, ma tu puoi fregarla con un po’ di organizzazione.

Un altro dettaglio importante: i pesci vivipari sono noti per la loro incredibile prolificità. Se pensavi di comprarti una coppia di pesciolini per ravvivare la vasca e fare scena, sappi che nel giro di pochi mesi potresti ritrovarti con una folla di pinne e branchie. È una vera e propria macchina biologica per la moltiplicazione.

Le specie più comuni di pesci vivipari

I pesci vivipari non sono tantissimi, e forse proprio per questo sono diventati delle icone dell’acquariofilia. Sono colorati, resistenti, socievoli e soprattutto si adattano bene anche a chi non ha esperienza. Vediamo quali sono le star indiscusse di questa categoria.

La prima celebrità è sicuramente il guppy. Questo pesciolino tropicale ha fatto innamorare generazioni di acquariofili grazie alle sue infinite varianti di colore e alla coda che sembra un abito da sera in pieno ballo di gala. Il guppy è uno dei più semplici da gestire ed è praticamente immortale: resiste a condizioni che farebbero svenire altre specie. Tuttavia, è anche uno dei più prolifici, quindi preparati a una vera e propria invasione se non tieni sotto controllo le nascite.

Segue il platy, meno appariscente del guppy ma altrettanto simpatico e resistente. È un po’ più robusto, tende a vivere in gruppo e conferisce alla vasca una bellissima varietà di colori, soprattutto nelle tonalità del rosso e dell’arancio. Vuoi un acquario allegro e vivace? Il platy non ti deluderà.

Poi c’è il molly, il cugino diverso della famiglia. È più grosso e richiede condizioni leggermente più impegnative: ama l’acqua ricca di minerali e talvolta salmastra. Insomma, è il tipo esigente, ma in cambio ti regala un’estetica particolare e delle varietà davvero spettacolari, come il molly nero o quello velifero con pinne degne di un pavone.

Infine abbiamo lo swordtail, il “pesce spada”. Si distingue per il maschio che sfoggia una coda allungata a forma di spada. Rispetto al guppy o al platy ha un carattere più vivace e tende a essere un po’ il bulletto della vasca: non è raro vederlo inseguire gli altri. Ma se la tua vasca è abbastanza grande, convivere con lui può essere una bella esperienza.

Ricapitolando

  • Guppy: allegro, colorato, facilissimo da allevare e super prolifico.
  • Platy: resistente, socievole e ottimo per principianti.
  • Molly: più esigente, ma elegante e particolare.
  • Swordtail: esteticamente originale e un po’ movimentato.

Come allestire la vasca per i vivipari

Ora che sai quali sono i protagonisti, è il momento di parlare della loro casa: la vasca. Perché, diciamolo, puoi anche comprare il guppy più bello del negozio, ma se lo metti in un bicchiere d’acqua non durerà a lungo. La buona notizia? Non serve essere ingegneri idraulici per creare un ambiente sano. I pesci vivipari amano le condizioni semplici, ma con qualche dettaglio strategico.

Anzitutto, le dimensioni della vasca. Un errore comune è pensare che pesci piccoli significhino acquario piccolo. Sbagliatissimo. In realtà richiedono spazio per muoversi e, ricordalo, si moltiplicheranno. Una vasca da almeno 60 litri è consigliata per iniziare, e più grande è sempre meglio.

L’acqua deve essere pulita e filtrata: il filtro è il cuore pulsante dell’acquario. Non puntare sul risparmio estremo, un buon filtro ti eviterà tanti mal di testa e morti premature. Quanto alla temperatura, i vivipari sono tropicali, quindi si sentono a casa intorno ai 24-26 °C. Un piccolo riscaldatore fa il suo lavoro senza problemi.

E qui arriva il magico trucco: le piante. Non servono solo a rendere la vasca più bella, ma sono rifugi di vita o di morte per i piccoli. Gli avannotti appena nati spesso si nascondono tra le foglie per sfuggire all’appetito dei genitori. Più piante significa più possibilità di sopravvivenza per la futura generazione. Insomma, non stai solo arredando: stai salvando vite.

L’alimentazione dei pesci vivipari

Cosa mangiano i vivipari? In pratica, di tutto. Sono onnivori e piuttosto flessibili. Ma attenzione: flessibile non significa che puoi dar loro una briciola di pane dal tavolo o avanzi della tua cena. L’ideale per mantenerli in salute è una dieta variata che alterni mangimi secchi di qualità con cibi freschi e, quando possibile, vivo o congelato.

I mangimi in scaglie specifici per tropicali sono la base, ma meglio non fermarsi lì. Integra con verdure lessate come zucchine o spinaci (in minuscole quantità), oppure con piccole porzioni di larve di zanzara, artemia o dafnie. Questo non solo stimola il loro istinto naturale, ma rende i colori più vivaci e migliora le riproduzioni. E fidati: un guppy maschio con colori brillanti farà colpo sulla femmina molto più di uno annoiato da un’unica dieta.

Un consiglio d’oro riguarda le quantità: dai da mangiare poco e spesso. È meglio somministrare piccole porzioni più volte al giorno che un’unica abbuffata. Il cibo in eccesso non viene mangiato e va a marcire, inquinando l’acqua e complicandoti la vita. Pensa di nutrirli come se stessi distribuendo stuzzichini a un buffet: nessuno vuole vedere il tavolo crollare.

La gestione della riproduzione: da sorpresa a strategia

Parliamoci chiaro: non puoi impedire a un gruppo di vivipari di riprodursi. Fa parte del pacchetto. Ma puoi decidere se lasciare che la cosa avvenga in totale anarchia, oppure organizzare un minimo di strategia per selezionare e proteggere gli avannotti.

Il primo approccio è quello “naturale”: lasci che i piccoli nascano nell’acquario principale e che la selezione naturale faccia il suo corso. Qualcuno sopravvivrà, soprattutto se ci sono piante fitte, e crescerà forte e autonomo. È il sistema meno impegnativo, anche se meno controllato.

Se invece vuoi aumentare le probabilità di sopravvivenza, puoi ricorrere a una nursery o a trappolette per avannotti: piccoli contenitori a parte dove sistemare la femmina gravida poco prima del parto. Appena partorisce, la sposti di nuovo nella vasca principale e i piccoli crescono tranquillamente in sicurezza.

Un’altra alternativa è preparare direttamente un acquario separato per la riproduzione, dove mettere le coppie e gestire le nascite senza rischi. È una soluzione un po’ più impegnativa, ma se ti prende la passione per gli allevamenti seri è l’unico modo per mantenere controllo e qualità dei riproduttori.

Come riconoscere una femmina gravida

  1. L’addome appare sempre più gonfio e arrotondato.
  2. Si forma una macchia nera evidente vicino alla pinna anale (il classico “punto gravidico”).
  3. Il comportamento cambia: la femmina tende a isolarsi o nuotare più lentamente.

Quando noti questi segni, sappi che sei a pochi giorni dal grande evento. Organizzati per tempo e non farti prendere alla sprovvista.

Problemi comuni e come evitarli

Anche se i pesci vivipari sono amichevoli e resistenti, non sono comunque indistruttibili. Alcuni problemi frequenti nelle vasche domestiche riguardano l’acqua sporca, le malattie parassitarie o batteriche e l’inquinamento da sovraffollamento. Ti sembra familiare? È lo stesso che succede in una festa in cui nessuno ha aperto le finestre.

Pulire e cambiare parzialmente l’acqua ogni settimana è fondamentale per mantenere l’ambiente sano. Bastano dal 20 al 25% per ridare respiro alla vasca senza stravolgere gli equilibri biologici. Un altro consiglio è non sovraccaricare l’acquario con troppi pesci rispetto alle dimensioni: gli spazi stretti generano stress e lo stress genera malattie.

Infine, occhio ai mix azzardati di specie. Guppy e platy vanno d’accordo quasi sempre, ma inserire pesci aggressivi nella stessa vasca è la ricetta perfetta per litigi e pinne strappate. Meglio conoscere prima le attitudini di ciascuna specie piuttosto che scoprire a proprie spese di avere un bullo in mezzo al gruppo.

Una scelta perfetta

I pesci vivipari sono una scelta perfetta per chi vuole un acquario colorato, dinamico e in continua evoluzione. Offrono la possibilità di osservare da vicino il miracolo della vita in modo semplice e naturale, senza la complessità delle incubatrici e delle uova delicate. Basta organizzarsi con una vasca ben allestita, curare l’alimentazione e decidere fin da subito come gestire la questione delle nascite per non trovarsi in crisi da sovrappopolazione.

Con un po’ di attenzione e tanta curiosità, allevare vivipari diventa un’avventura affascinante e persino rilassante. E se poi ti ritrovi con più guppy di quanti ne puoi contare, beh… non è un problema, è il segnale che sei diventato ufficialmente un acquariofilo appassionato.

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