Oggi parliamo dei pesci pagliaccio, creature coloratissime e affascinanti che, oltre a essere diventate icone del cinema d’animazione
Pesci pagliaccio: caratteristiche e allevamento

Se pensi che i pesci siano tutti uguali e che l’acquario sia semplicemente un televisore che non si accende, allora preparati a cambiare idea. Oggi parliamo dei pesci pagliaccio, creature coloratissime e affascinanti che, oltre a essere diventate icone del cinema d’animazione, sono anche un’ottima scelta per chi vuole avvicinarsi al mondo dell’acquario marino. Preparati a scoprire, con un pizzico di ironia e tanta praticità, come conoscere, scegliere e prenderti cura di questi piccoli protagonisti tropicali.
Indice
Pesci pagliaccio: chi sono davvero?
I pesci pagliaccio appartengono al genere Amphiprion e alla famiglia degli Pomacentridae. Il nome comune deriva dalla loro colorazione vivace: arancioni accesi con strisce bianche bordate di nero che ricordano, appunto, un costume da clown. Questi pesci non sono solo “simpatici” da vedere, ma nascondono dietro le loro pinne una biologia interessante e un comportamento che li rende famosi in tutto il mondo.
Una delle caratteristiche più affascinanti è la loro relazione simbiotica con le anemoni. Il pesce pagliaccio vive tra i tentacoli velenosi dell’anemone, che lo protegge dai predatori. In cambio, il pesce pulisce l’anemone e lo difende da intrusi indesiderati. Una vera storia d’amore in salsa marina, che dimostra come la natura sappia creare collaborazioni degne di un contratto matrimoniale.
Questi pesci rimangono generalmente di piccole dimensioni, tra i 6 e i 10 cm a seconda della specie, e vivono in branchi con rapporti gerarchici ben precisi. Ecco dove scatta la sorpresa: i pesci pagliaccio sono ermofroditi sequenziali. Tradotto in parole povere: tutti nascono maschi e poi, se serve, uno di loro si trasforma in femmina. In genere, la femmina è la capobranco e non è affatto un ruolo negoziabile.
L’allestimento dell’acquario per pesci pagliaccio
Ok, li hai visti in foto, sei già ipnotizzato da quegli occhi tondi e hai deciso che il tuo prossimo animale domestico sarà un pesce pagliaccio. Ma attenzione: non basta un barattolo da marmellata riempito d’acqua! Per loro serve un acquario marino ben strutturato, che richiede pazienza, cura e un po’ di budget iniziale. Prima di tutto, dimentica l’idea che siano pesci per bambini: sono resistenti, sì, ma vivono bene solo in ambienti stabili e controllati.
Le dimensioni della vasca sono fondamentali. Per una coppia di pesci pagliaccio, si consiglia un acquario di almeno 80-100 litri. Questo non solo garantisce spazio vitale, ma offre anche la possibilità di ospitare qualche compagno di vasca compatibile e, se sei abbastanza temerario, un’anemone. Tutto deve essere studiato: dalla rocciata decorativa alle pompe di movimento, fino al sistema di filtraggio che mantiene l’acqua cristallina.
Non sottovalutare l’attrezzatura: un buon sistema di illuminazione è importante non solo per la bellezza del tuo acquario, ma anche per il benessere degli eventuali coralli e delle anemoni. Inoltre, serve uno schiumatoio che elimini le sostanze organiche in eccesso, garantendo un ambiente marino sano e stabile. Infine, l’acqua deve essere mantenuta alla giusta salinità (circa 1.023-1.025 di densità), quindi avrai bisogno di un rifrattometro o densimetro per i controlli regolari.
Parametri ideali dell’acqua
Per non trasformare il tuo acquario in una piscina tossica, serve rispettare i valori chimici fondamentali. I pesci pagliaccio richiedono acqua con un pH tra 8.0 e 8.3, temperatura stabile tra i 24 e i 26 gradi Celsius e un buon livello di ossigenazione. Nitrati e fosfati devono restare a livelli bassi per evitare la crescita eccessiva di alghe. Un consiglio da amico: tieni sempre un kit di test a portata di mano, perché fidarsi solo dei propri occhi è un errore da principianti.
L’alimentazione dei pesci pagliaccio
Passiamo al menu. I pesci pagliaccio non sono schizzinosi e mangiano volentieri una dieta varia: cibi secchi, granulati specifici per pesci marini, mysis congelati, artemie e addirittura piccoli frammenti di molluschi. Alternare diversi alimenti è fondamentale per garantire un apporto bilanciato di proteine e vitamine. Improvvisare con mangimi “a caso” non è una buona idea: questi animali non possono essere nutriti per anni solo con fiocchi generici per pesci d’acqua dolce.
Un errore classico dei neofiti è il sovralimentare. Certo, il pesce ti guarda con quegli occhioni e sembra dire “dai, ancora un pezzettino!”, ma eccedere nel cibo significa inquinare l’acqua con sostanze di scarto. Meglio dare poco e più volte al giorno piuttosto che esagerare in una sola somministrazione. Inoltre, alcuni alimenti possono essere arricchiti con vitamine liquide per rafforzare il sistema immunitario del tuo Nemo casalingo.
Non dimenticare che il pesce pagliaccio, in natura, integra la sua dieta con piccole alghe e residui di cibo sottratti all’anemone. Se la tua vasca non ospita un’anemone, compensa con una dieta più ricca di vegetali, offrendo ad esempio mangimi con spirulina.
Convivenza e compatibilità con altri pesci
Il pesce pagliaccio è un animale socievole, ma con carattere. Vive bene in coppia o in piccoli gruppi, anche se in acquario è meglio limitarne il numero per evitare lotte territoriali. La regola d’oro è sempre la stessa: spazio adeguato = meno litigi. Ma con chi va d’accordo? Generalmente con altri pesci di dimensioni simili e pacifici. Pesci troppo grandi o aggressivi rischiano di diventare un problema.
Attenzione anche alla convivenza con altri pesci pagliaccio: se inserisci più di due esemplari, potrebbero scattare conflitti gerarchici. Il trucco è creare coppie stabili e, se vuoi osare con un piccolo branco, farlo solo in acquari molto grandi. Ricorda anche che aggiungere un’anemone non è obbligatorio, ma se decidi di farlo, il pesce sarà ancora più a suo agio e tenderà a difendere strenuamente la sua “casa tentacolare”.
Con gli invertebrati come gamberetti e lumache generalmente non ci sono problemi, anzi, arricchiscono la biodiversità della vasca. Anche i coralli possono convivere pacificamente, purché la manutenzione dell’acqua sia impeccabile.
Riproduzione del pesce pagliaccio
Se pensavi che allevare pesci fosse solo questione di dar loro da mangiare, aspetta di scoprire il loro lato romantico. I pesci pagliaccio sono monogami e, una volta formata una coppia, restano fedeli per la vita. Non è raro che in acquario inizino una vera e propria routine di accoppiamento, soprattutto quando le condizioni ambientali sono ottimali. La femmina depone le uova vicino all’anemone o a una superficie solida, e il maschio si occupa di ossigenarle e proteggerle fino alla schiusa.
La schiusa avviene di solito dopo 6-8 giorni, ma l’allevamento delle larve è un’altra storia. In natura, solo poche sopravvivono, mentre in cattività serve un’impostazione molto precisa: vasche separate, cibo vivo come rotiferi e una gestione rigorosa della qualità dell’acqua. Per questo motivo la riproduzione dei pagliaccio in acquario domestico è affascinante, ma non adatta a principianti alle prime armi.
Se, invece, non hai intenzione di avventurarti in questo percorso, non preoccuparti: una coppia di pesci pagliaccio ben tenuta sarà comunque longeva e capace di regalarti anni di vitalità e colore.
Manutenzione e cura quotidiana
Un acquario marino, per quanto affascinante, è un piccolo ecosistema fragile. Per mantenerlo stabile servono controlli regolari e una routine ben precisa. Ogni giorno bisogna osservare i pesci, la loro vitalità, il comportamento e l’appetito. Una variazione improvvisa potrebbe segnalare un problema nascosto. Non trascurare nemmeno lo stato dell’acqua: evapora di continuo e va rabboccata con acqua osmotica, altrimenti la salinità sale e i tuoi pesci si troveranno in un brodo salato a livelli da disidratazione istantanea.
Settimanalmente, è necessario cambiare una parte dell’acqua, di solito il 10-15%, per mantenere i valori chimici stabili e reintegrare minerali utili. In questa occasione, si può aspirare anche il fondo per rimuovere i detriti. Mensilmente, invece, conviene controllare più approfonditamente le apparecchiature, lo schiumatoio e il sistema di filtraggio.
La costanza è la chiave: chi pensa “lo farò domani” finirà con un’acquario che assomiglia più a una palude che a un angolo di barriera corallina. Investire tempo nella cura quotidiana significa mantenere pesci sani e ridurre al minimo i rischi di malattie.
Il fascino eterno dei pesci pagliaccio
I pesci pagliaccio non sono solo un’icona del cinema e dell’immaginario collettivo, ma anche splendidi abitanti del mare che, con le giuste attenzioni, possono trasformare un acquario domestico in un piccolo spettacolo vivente. Colorati, resistenti e affascinanti, rappresentano un ottimo punto di partenza per chi vuole cimentarsi nell’allevamento marino, ma non vanno mai sottovalutati. La loro cura richiede impegno, costanza e curiosità: insomma, proprio quello che serve per diventare non solo un acquariofilo, ma un vero custode di un microcosmo tropicale.
Se sei disposto a sporcarti le mani (metaforicamente, eh: meglio non mettere le mani nell’acqua troppo spesso), il mondo degli acquari marini ti ripagherà con un panorama indimenticabile fatto di colori, movimenti delicati e, sì, anche un piccolo “Nemo” che ti osserva curioso. Non resta che dire: benvenuto nel club degli acquariofili marini!









