Chiunque abbia deciso di adottare un pappagallo lo sa: oltre a colori vivaci e simpatia da vendere
Pappagalli che urlano: cause e rimedi

Chiunque abbia deciso di adottare un pappagallo lo sa: oltre a colori vivaci e simpatia da vendere, c’è un piccolo dettaglio che non viene sempre raccontato subito – questi volatili hanno le corde vocali di una rockstar. Se poi decidono di sfogarsi, possono trasformarsi in un megafono vivente capace di farsi sentire dal piano di sotto… e pure da quello sopra. Ma prima di pensare che il tuo pennuto sia un’anima urlante votata a rovinarti la quiete, è bene capire che dietro ogni richiamo ci sono motivi ben precisi, e che con i giusti rimedi puoi ridurre questo comportamento a livelli più che vivibili.
Indice
Perché i pappagalli urlano? Le cause più comuni
Prima di parlare di rimedi, è fondamentale comprendere la radice del problema. Un pappagallo non urla per noia, o meglio, non solo per noia. La loro voce è uno strumento di comunicazione potente, naturale e spesso necessario. Nella natura, un urlo serve a richiamare il gruppo, segnalare un pericolo o dire un bel “Ci sono anch’io”. In casa, però, quello che per loro è naturale per noi diventa un test di sopravvivenza auditiva.
Tra le ragioni più frequenti troviamo innanzitutto la ricerca di attenzione. Il tuo pappagallo ha capito che quando solleva la voce tu accorri, quindi ripete il copione. Se non gli offri punti di sfogo o interazioni alternative, continuerà a usare il metodo più efficace che conosce: le urla. Un’altra causa comune è la solitudine o la mancanza di stimoli. Questi animali sono estremamente sociali e intelligenti; lasciarli a lungo da soli senza occupazioni li porta a inventarsi un passatempo. Indovina quale? Esatto, urlare come se dovessero farsi sentire in mezzo a una giungla.
Ci sono poi i momenti della giornata in cui le urla sono semplicemente fisiologiche. All’alba e al tramonto, molti pappagalli emettono dei veri e propri cori: non si tratta di stress o capricci, ma di un comportamento naturale. Infine, bisogna ricordare che la frustrazione o il disagio fisico possono manifestarsi così. Dolori, gabbia inadeguata, mancanza di sonno o cibo non gradito: tutti elementi che possono spingere il tuo amico piumato a esprimersi a pieni polmoni.
Capire il contesto: quando l’urlo è normale e quando no
Non tutte le urla sono uguali. Un pappagallo che fa qualche “concerto” la mattina e la sera è sostanzialmente un animale sano e con abitudini naturali. Un urlo incessante per ore, invece, è il segnale che qualcosa non va. La chiave sta nell’osservare il comportamento nel suo insieme, senza fissarsi solo sul volume.
Un altro elemento importante è capire quando l’urlo avviene. Se coincide con una tua telefonata o nel momento esatto in cui ti siedi a tavola, è probabile che stia cercando di interagire con te e di ottenere la tua attenzione. Se invece lo fa quando resta solo in casa, forse soffre davvero la solitudine. La contestualizzazione è essenziale, perché ti permette di distinguere tra l’urlo naturale e quello che segnala un malessere.
E ricordati: non esiste il pappagallo muto. Se cercavi un animale silenzioso, probabilmente dovevi puntare a un pesciolino rosso. Ma se sei qui, sei disposto ad accettare qualche “nota alta”, cercando di trovare il giusto equilibrio per entrambi.
Rimedi pratici per gestire le urla
Ora che hai capito il perché, tocca al come. Non esistono bacchette magiche, ma ci sono strategie efficaci per ridurre la frequenza e l’intensità delle urla. La parola chiave è coerenza: il tuo comportamento costante farà la differenza.
Il primo consiglio è controintuitivo: ignora gli urli mirati all’attenzione. Se corri subito da lui ogni volta che alza la voce, gli insegni che funziona. Certo, serve resistenza (e magari dei buoni tappi per le orecchie), ma col tempo il pappagallo smetterà di associare le urla alla ricompensa della tua presenza. Al contrario, premialo quando è tranquillo o quando emette suoni più moderati. Offrigli carezze, giochi o snack sani nei momenti di pace: in questo modo capirà che a guadagnarci è essere quieto, non urlare come un forsennato.
Un altro rimedio molto efficace è arricchire l’ambiente. Un pappagallo annoiato è un pappagallo rumoroso. Lasciagli a disposizione giochi di legno naturale, oggetti da rosicchiare e puzzle che richiedono ingegno. Posiziona la gabbia in un punto dove può osservare la vita domestica, così da sentirsi parte della “tribù”. E ricordati che la dimensione della gabbia deve rispettare i bisogni del suo corpo e delle sue ali: uno spazio troppo stretto è un invito all’urlata disperata.
Non dimenticare l’importanza della routine. Gli animali amano la prevedibilità: ore regolamentari per i pasti, momenti fissi di gioco e riposo contribuiscono a mantenerlo calmo. Anche la qualità del sonno è fondamentale: un pappagallo privato di ore sufficienti di oscurità e silenzio può diventare irritabile e, indovina un po’, più rumoroso.
Le tecniche di distrazione
Quando il pappagallo inizia con la solita sceneggiata, puoi ricorrere a tecniche di distrazione. Un fischio particolare, una parola detta con tono allegro o un movimento della mano possono spezzare il ciclo urlante. Non è questione di “zittirlo con la forza”, ma di reindirizzare l’attenzione. Ricorda però di premiare subito la risposta positiva: il rinforzo deve arrivare rapido e chiaro.
In certi casi si possono introdurre delle “parole chiave” o piccoli suoni che diventano una sorta di codice tra te e lui. Così, quando percepisce che quel fischio porta a un gioco o a un momento positivo, sarà stimolato a reagire in quel modo anziché con un urlo disumano.
Errori da evitare assolutamente
La tentazione più grande, lo ammettiamo, è quella di urlargli contro. Sfortunatamente (anzi fortunatamente per lui), non funziona. Per il pappagallo, le tue urla sono solo una risposta nella stessa “lingua” che lui usa. Risultato? Pensa che state comunicando, quindi continuerà. Un bel boomerang, insomma.
Un altro errore è punirlo fisicamente o coprire la gabbia in modo brusco. Oltre a essere inutile, rischi di generare paura e stress, due emozioni che amplificano il problema. L’approccio corretto è basato sul rinforzo positivo e sulla costruzione di un ambiente sano.
Attenzione anche a sbagliare con il tempismo. Se premi o coccoli l’animale poco dopo che ha urlato, anche solo per consolarlo, stai rinforzando il comportamento che vuoi eliminare. La precisione è tutto: premia solo nei momenti di calma, ignora le urla finché non si placa.
Quando rivolgersi a un esperto
Ci sono casi in cui, nonostante tutta la buona volontà del mondo, l’urlo rimane ossessivo o peggiora. In queste situazioni è utile rivolgersi a un veterinario esperto in animali esotici o a un comportamentalista aviario. Potrebbe esserci un problema di salute sottostante, o semplicemente servire un piano personalizzato.
Un professionista può osservare la relazione tra te e l’animale, capire i fattori scatenanti e suggerire esercizi mirati. Non c’è nulla di male nel chiedere aiuto: anzi, dimostra responsabilità e amore verso il tuo animale.
Conclusione: convivenza serena con il tuo pappagallo… a volume controllato
I pappagalli urlano, è un dato di fatto. Ma con la giusta combinazione di pazienza, attenzione e strategia, puoi trasformare una convivenza da “incubo acustico” in una relazione equilibrata e felice. Ricorda di osservare sempre il contesto, rispettare i suoi bisogni naturali e offrire stimoli adeguati. E soprattutto, mantieni la calma: l’urlo del tuo pennuto non è una sfida personale, ma solo un linguaggio da decifrare.
Quindi, invece di tapparti le orecchie con disperazione, inizia a pensare come un vero compagno di stormo. Col tempo scoprirai che dietro quell’apparente fragore c’è un cuore piumato che vuole solo sentirsi parte della tua vita. E a quel punto, l’unico rumore che sentirai davvero sarà quello della tua risata ogni volta che ti regalerà una nuova trovata sonora.









