Sentire il veterinario pronunciare la parola “splenectomia” può suonare come un fulmine a ciel sereno: di che si tratta?
Splenectomia nel gatto: che cos’è e quando è necessaria

Sentire il veterinario pronunciare la parola “splenectomia” può suonare come un fulmine a ciel sereno: di che si tratta? È pericolosa? Significa che il nostro gatto è nei guai seri? Prima di farti prendere dal panico, fermati un attimo, respira e lascia che ti accompagni in questo viaggio nel mondo della milza felina e di quando, purtroppo, è necessario rimuoverla. Ti assicuro che, anche se suona drammatico, sapere cosa sta succedendo è metà della battaglia. E l’altra metà è affidarsi al veterinario giusto.
Indice
Che cos’è la milza e perché è importante nel gatto
La milza è un organo che spesso passa inosservato quando parliamo di salute del nostro gatto. Non è famosa quanto il cuore, non attira simpatia come lo stomaco e non si fa notare come i polmoni, ma svolge un ruolo sorprendentemente essenziale. Situata nell’addome, la milza è come il deposito segreto dell’organismo: immagazzina sangue, filtra i globuli rossi invecchiati e contribuisce alle difese immunitarie. In pratica, possiamo dire che il gatto senza milza non è un supereroe debilitato, ma di sicuro perde un alleato importante.
Nella vita quotidiana, la milza lavora in silenzio e senza pretese, supportando la salute del gatto senza bisogno di ringraziamenti. Tuttavia, quando qualcosa va storto – tumori, traumi, infezioni o difetti congeniti – la milza può diventare un problema più grande di quanto sembri e richiedere l’intervento drastico: la splenectomia, ovvero la sua rimozione chirurgica.
Capire a cosa serve la milza e perché la si può rimuovere aiuta a non vedere la splenectomia come la fine del mondo, ma come un’operazione strategica, spesso necessaria per ridare qualità di vita al gatto.
In quali casi si ricorre alla splenectomia
Non tutti i problemi alla milza richiedono l’intervento chirurgico, ed è proprio il veterinario a valutare caso per caso. Ciò che spinge alla splenectomia è di solito una condizione che rende la milza non più recuperabile o addirittura pericolosa per la vita del gatto.
Immagina la milza come una sorta di “guardiano” che funziona solo finché non diventa il problema stesso. Quando si ammala o si rompe, può causare più danni del previsto. Qui entra in gioco la decisione di rimuoverla: difficile da accettare, ma spesso inevitabile.
Le motivazioni principali includono patologie gravi o eventi traumatici. Alcuni esempi tipici sono:
- Tumori della milza: alcuni benigni, come l’ipertrofia nodulare, altri maligni come l’emangiosarcoma.
- Traumi addominali: incidenti o cadute importanti possono rompere la milza con conseguenze fatali.
- Ematomi o cisti che crescono fino a compromettere il funzionamento dell’organo.
- Rottura spontanea dovuta a fragilità del tessuto.
- Malattie infettive che portano a un allargamento anomalo e irreversibile della milza.
Quando la milza diventa così compromessa da non poter più svolgere i suoi compiti o, peggio, minacciare la vita del gatto attraverso emorragie interne, la splenectomia non è un’opzione ma una vera e propria corsa contro il tempo.
Come si diagnostica un problema alla milza
Prima di arrivare all’intervento, è ovviamente necessario stabilire cosa sta succedendo alla milza. Non puoi svegliarti un bel giorno e decidere di rimuovere la milza del tuo gatto come se fosse un mobile ingombrante. Serve una valutazione approfondita da parte del veterinario, che di solito inizia con un esame clinico e una palpazione dell’addome.
La diagnosi, però, non può basarsi solo sul “sentire” qualcosa di strano. Entrano in soccorso le analisi del sangue, che mostrano eventuali anomalie nei globuli rossi o segni di anemia, e gli esami per immagini, come ecografie o radiografie, che permettono di “spiare” la milza senza aprire l’addome.
L’ecografia è lo strumento preferito, perché rivela se la milza è ingrossata, se ci sono masse sospette o raccolte di sangue. Talvolta vengono eseguite anche biopsie con ago sottile o prelievi per analisi citologiche, se la condizione del paziente lo consente. Una volta stabilito che l’organo è compromesso a un livello grave, il veterinario propone la splenectomia come unica soluzione.
Il procedimento chirurgico: cosa accade davvero
Eccoci nel cuore della questione, letteralmente e metaforicamente: l’intervento stesso. La splenectomia è una procedura che richiede anestesia generale e un alto livello di competenza chirurgica. Non stiamo parlando di un’operazione banale: si apre l’addome del gatto, si individua la milza malata e la si rimuove con attenzione chirurgica degna di un orologiaio svizzero.
L’equipe veterinaria monitora costantemente i parametri vitali del paziente durante tutta la procedura. È infatti fondamentale accertarsi che il gatto non subisca complicazioni come emorragie, ipotensione o arresto cardiaco. Una volta rimossa la milza, l’addome viene accuratamente chiuso e si procede con la fase di risveglio dall’anestesia, un momento delicatissimo da vivere con calma e sotto stretta osservazione.
In alcuni casi si decide anche di inviare la milza rimossa a un laboratorio di analisi per un esame istologico. Questo permette di confermare la natura della patologia, soprattutto se si sospetta un tumore. Inutile dire che per il proprietario è un momento di ansia pura, ma al tempo stesso una tappa fondamentale per sapere cosa aspettarsi dopo.
Il post-operatorio: come prendersi cura del gatto
Superato l’intervento, potresti pensare che il grosso sia finito. E invece no: il viaggio continua con il periodo post-operatorio, che è cruciale. In questa fase il gatto diventa una creatura fragile ma anche incredibilmente resiliente. Richiede cure attente, riposo forzato e un pizzico di pazienza in più.
La prima regola è seguire alla lettera i consigli del veterinario. Potrebbero essere prescritti antibiotici per scongiurare infezioni e antidolorifici per tenere a bada il dolore. Non dimentichiamo che, sebbene i gatti siano campioni olimpici nel mascherare la sofferenza, il dolore post-chirurgico è reale e va trattato.
Molta attenzione va posta anche alla ferita. Il gatto non deve grattarsi o leccarsi i punti, pena il rischio di infezione o la riapertura della sutura. È qui che entra in scena il famigerato collare elisabettiano, odiato da tutti i felini ma spesso indispensabile. Preparati a gestire qualche sguardo da parte del tuo micio che farà sembrare che tu gli abbia rovinato la vita per sempre, ma sappi che passerà.
Vivere senza milza: conseguenze e adattamento
La domanda che tutti si pongono è: come starà il mio gatto senza milza? La risposta è sorprendentemente positiva. Molti gatti si adattano senza particolari problemi, anche se ovviamente comporta delle implicazioni sulla salute generale.
La mancanza della milza può determinare una maggiore sensibilità a infezioni o una ridotta capacità del corpo di gestire alcuni processi legati al sangue. Detto questo, i gatti hanno una notevole capacità di compensazione attraverso altri organi e tessuti. In altre parole, il suo organismo farà spallucce e dirà “ok, ci penso io”.
Ciò non significa che si possa abbassare la guardia. I controlli periodici diventano indispensabili e una maggiore attenzione a eventuali sintomi sospetti è una buona abitudine. Alcuni gatti potrebbero aver bisogno di integratori o supporti nutrizionali, ma nella grande maggioranza dei casi proseguono una vita piena e dignitosa, spesso totalmente indistinguibile da quella pre-intervento.
Come affrontare emotivamente la splenectomia del proprio gatto
La parte tecnica è importante, ma non possiamo trascurare l’aspetto emotivo. Sapere che il tuo gatto deve affrontare un intervento chirurgico complesso è spaventoso. I proprietari si trovano spesso a passare notti insonni, un po’ come genitori in sala d’attesa, in bilico tra ansia e speranza.
Accettare che la splenectomia sia necessaria non è semplice, ma è utile ricordare che questa operazione non è una punizione, bensì un tentativo di restituire salute e benessere al tuo micio. Con i giusti controlli post-operatori e le cure necessarie, il tuo gatto può tornare a saltare sul divano per svegliarti alle 5 del mattino con le solite fusa insistenti. E a quel punto sarai quasi grato all’intervento!
Confrontarsi con il veterinario, fare domande e chiedere chiarimenti aiuta a vivere meglio questo percorso. La conoscenza, in fondo, è l’antidoto principale contro la paura.
Conclusione
La splenectomia nel gatto non è certo un argomento da prendere alla leggera, ma non deve nemmeno essere vissuta come una condanna. Si tratta di un intervento salvavita in molti casi, capace di ridare una seconda opportunità al tuo felino. Capire cos’è la milza, quali problemi può presentare, come si svolge l’intervento e quali sono le conseguenze è fondamentale per affrontare questa situazione con consapevolezza e meno ansia.
Con i progressi della medicina veterinaria e le capacità straordinarie di resilienza dei gatti, questa operazione non rappresenta un addio, ma piuttosto un nuovo inizio. E sì, preparati: quel nuovo inizio includerà il gatto che tornerà a rubarti il posto sul letto e a farti cadere la tazza del caffè dal tavolo. Perché, milza o non milza, il suo carattere resterà sempre lo stesso.









