Cosa fare con il gatto quando si va in vacanza

Se stai via un paio di giorni, puoi organizzarti con distributori automatici di cibo e acqua.

La scena è questa: hai appena prenotato la tua vacanza da sogno e già ti immagini sdraiato su una spiaggia con un cocktail in mano… quando all’improvviso ti ricordi che a casa c’è lui, il tuo micio. Occhi grandi, baffi eleganti, carattere da principe (o regina). E ora? Cosa fare con il gatto quando si va in vacanza? Non preoccuparti: no, non dovrai imparare a fare il teletrasporto per accudirlo a distanza. In questa guida pratica e un po’ ironica, ti spiego tutte le soluzioni possibili per lasciare il tuo gatto sereno mentre tu ti godi il meritato riposo.

Capire il carattere del gatto: non tutti i mici sono uguali

Prima di affrontare le possibili soluzioni, fermiamoci un attimo a parlare di lui: il tuo gatto. Non esiste un gatto standard: ci sono quelli indipendenti e aristocratici che sembrano dire “chiudi pure la porta, arrangiati tu, io sto bene anche da solo”, e ci sono quelli invece iper-sociali che ti seguono persino in bagno e che rischiano di andare in crisi se restano soli per troppo tempo.

Capire il carattere del tuo micio è fondamentale per scegliere la soluzione migliore. Un gatto solitario potrebbe sopportare qualche giorno in casa da solo con rifornimenti automatici, mentre un coccolone cronico potrebbe finire per ribellarsi o stressarsi in assenza di presenza umana costante.

Osserva le sue abitudini: passa ore a dormire beato in un angolo o ti cerca sempre per giocare? È geloso del territorio o accetta facilmente nuovi odori e persone? Queste domande ti guidano nella decisione successiva. Ricorda sempre che il gatto è un animale abitudinario, e ogni cambiamento può essere un piccolo terremoto per lui.

Lasciare il gatto a casa: la scelta più gettonata

Nella maggior parte dei casi, la soluzione migliore è lasciare il gatto a casa. Il suo territorio è sacro, e portarlo in giro senza preparazione lo stressa molto più della tua assenza. Però attenzione: lasciarlo a casa non significa abbandonarlo a se stesso con una ciotola di crocchette infinita.

Se stai via un paio di giorni, puoi organizzarti con distributori automatici di cibo e acqua. Ci sono dispositivi che erogano la quantità giusta di pappa a orari stabiliti e fontanelle che mantengono l’acqua fresca e in movimento. In questo modo il gatto non rischia di mangiare tutto in una volta o di restare senza acqua pulita.

Se invece la vacanza supera i tre giorni, allora serve qualcuno che faccia visita al gatto. Può essere un familiare, un amico fidato o una cat sitter di professione. Queste persone dovrebbero occuparsi non solo di rifornire cibo e acqua, ma anche di pulire la lettiera e passare un po’ di tempo con il micio. Fidati: per lui quei dieci minuti di carezze quotidiane fanno la differenza tra “ok, sopravvivo” e “ok, sto tranquillo”.

I vantaggi principali

Lasciare il gatto a casa ha più di un vantaggio. Innanzitutto, resta nel suo ambiente, con i suoi odori e i suoi punti preferiti in cui poltrire. Non devi spostarlo e non rischi che si stressi per un nuovo territorio. Inoltre, gestendo bene visite e rifornimenti, puoi garantire la sua routine quotidiana senza grandi sconvolgimenti.

Portare il gatto da parenti o amici

C’è poi l’opzione “trasloco temporaneo”: portare il gatto a casa di parenti o amici disposti ad accoglierlo. Questa scelta funziona solo se il gatto è particolarmente socievole e aperto a nuovi ambienti. Molti mici, infatti, vedono un trasloco come l’inizio di un film horror. Stanze piene di odori sconosciuti, altri animali che li osservano, mobili diversi… insomma, non esattamente la vacanza dei loro sogni.

Se però hai un gatto curioso e flessibile, o se il parente vive da solo e può dargli attenzioni regolari, allora può essere una buona alternativa. Naturalmente, la fase di adattamento iniziale potrebbe essere un po’ turbolenta, quindi è bene portargli tutti i suoi oggetti familiari: la cuccia, le ciotole, i giochi preferiti e soprattutto la lettiera usata (convenzionalmente pulita, ma con sufficiente odore da farlo sentire “a casa”).

Ricorda anche che se la persona che lo ospita lavora tutto il giorno, il gatto rimarrà comunque solo gran parte del tempo, e questo non sempre è positivo. Perciò, valuta bene chi potrà garantire presenza e interazione.

Pensione per gatti: hotel di lusso o prigione da incubo?

Esistono pensioni e hotel per gatti progettati per accogliere i mici quando i padroni sono in vacanza. La qualità di queste strutture può variare moltissimo: ci sono quelle che sembrano vere e proprie spa feline, con stanze private, cucce soft touch e assistenza costante, e quelle invece che assomigliano più a piccoli box impersonali.

Prima di scegliere una pensione, è fondamentale visitarla. Non fidarti solo delle foto sul sito web: vai di persona, guarda le dimensioni degli spazi, controlla la pulizia e domanda come gestiscono la socializzazione tra gatti diversi. Alcune strutture, infatti, ospitano più animali in spazi comuni, dettaglio che può essere traumatico per i mici meno socievoli.

Portare il gatto in pensione può funzionare bene se lui è giovane, abituato a viaggiare o molto adattabile. Ma se hai un micio territoriale che odia persino i vicini che passano sul pianerottolo, forse non è la scelta migliore. Inoltre, considera la distanza dalla tua casa: un viaggio lungo e stressante per portarlo nella struttura può peggiorare le cose invece che migliorarle.

Come prepararlo alla pensione

Se opti per questa soluzione, rendi più morbido il cambiamento portandogli oggetti familiari. Una copertina con il tuo odore o i suoi giochi preferiti possono dargli sicurezza. Informa anche l’allevatore o gestore della pensione sulle abitudini del gatto: orari dei pasti, alimentazione speciale, eventuali medicine da somministrare. Le pensioni serie ti chiedono questi dettagli: se non te li chiedono, è un campanello d’allarme.

Portare il gatto in vacanza con te

Infine, c’è l’opzione “radicale”: non lasciarlo a casa, né in pensione, ma portarlo in vacanza con te. Ammettiamolo: non è per tutti, e non per tutti i gatti. Un micio amante della tranquillità potrebbe vivere il viaggio come un sequestro internazionale, completo di miagolate disperate in auto e tentativi di fuga hollywoodiani.

Se invece il tuo gatto è un tipo curioso, abituato a viaggiare e magari lo hai già allenato al trasportino e a brevi spostamenti, puoi organizzarti. Parti sempre da un trasportino confortevole, non quello triste di plastica che sembra una cella: scegline uno solido, con spazio sufficiente e imbottitura morbida. Durante il viaggio, metti a disposizione acqua (ci sono borracce e ciotole da viaggio pensate apposta) e fai soste se il percorso è lungo.

Una volta arrivati a destinazione, ritaglia per il gatto uno spazio tutto suo. Non obbligarlo a esplorare subito: deve sentirsi sicuro in un angolo protetto, dal quale potrà gradualmente ispezionare il nuovo ambiente. Puoi anche utilizzare diffusori di feromoni sintetici per aiutarlo a rilassarsi: sono inodore per noi ma danno un senso di familiarità ai gatti.

Quando evitarlo assolutamente

Portare un gatto con sé in vacanza non è sempre una buona idea. Se il tuo micio è molto anziano, ansioso o ha problemi di salute, meglio non sottoporlo a un viaggio stressante. Lo stesso discorso vale se ti sposti verso destinazioni rumorose, affollate o in strutture che non accettano animali. In questi casi, meglio lasciarlo sereno a casa piuttosto che trascinarlo in un’avventura da incubo.

Altri consigli pratici per ridurre lo stress del gatto

Qualunque sia la soluzione scelta, ci sono piccoli trucchi che possono rendere la tua assenza meno traumatica. Lascia indumenti con il tuo odore nella sua cuccia, così da dargli una sensazione di presenza familiare. Distribuisci i giochi preferiti in giro per casa e valuta l’uso di giochi interattivi automatici, che lo intrattengano nei momenti di solitudine.

Se qualcuno passa a trovarlo quotidianamente, scrivi istruzioni chiare e semplici: quantità di cibo, orari, eventuali comportamenti particolari da osservare. Non dare per scontato che tutti sappiano come gestire un gatto: alcuni potrebbero non avere esperienza e rischiare di commettere errori involontari, come lasciare la porta aperta o eccedere con i premi.

Inoltre, valuta di fare una “prova generale” se sai già che starai via a lungo. Lascialo per un weekend sotto le cure della persona che lo assisterà, così puoi verificare come reagisce il gatto e correggere eventuali problemi prima della vacanza vera e propria.

La vacanza perfetta esiste (anche per il tuo gatto)

Andare in vacanza quando hai un gatto non deve essere fonte di ansia. Con un po’ di organizzazione puoi partire sereno, sapendo che il tuo micio sarà curato e tranquillo. La regola d’oro è pensare sempre più a lui che a te: chiediti cosa lo rende più sicuro, meno stressato e più felice. Così, mentre tu sorseggi quel cocktail al tramonto, potrai immaginare il tuo gatto che, con aria altezzosa, pensa: “bene, ce l’ha fatta a combinare qualcosa di decente per me.”

petlovers

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