Come riconoscere il sesso di una tartaruga

Se vuoi un segno quasi inconfondibile, guarda la coda. Nelle tartarughe maschio, la coda è lunga, robusta e rivolta di lato

Se hai una tartaruga a casa e continui a chiamarla “Lilly” da cinque anni, ma un tuo amico esperto ti ha appena detto che forse in realtà è un “Leo”, non preoccuparti: sei in ottima compagnia. Capire se una tartaruga è maschio o femmina sembra facile, ma in realtà quello di distinguere il sesso di questi rettili è un piccolo rompicapo degno di un investigatore. Niente paura: oggi ti porto passo dopo passo dentro questa avventura zoologica, con il giusto mix di ironia e tanta chiarezza. Preparati, perché tra pance concave, code sospette e carapaci dalle mille forme, il mistero sarà svelato.

Perché è importante sapere se la tua tartaruga è maschio o femmina

La domanda non è banale: perché mai dovresti interessarti al sesso di un animale che passa metà dell’anno a dormire e l’altra metà a divorare lattuga? La risposta è semplice. Conoscere se la tua tartaruga è maschio o femmina ti permette di offrire cure più mirate, prevedere comportamenti tipici e, se possiedi più esemplari, progettare eventuali accoppiamenti (o prevenirli, se non vuoi ritrovarti con un esercito di baby tartarughine).

I maschi e le femmine, nelle specie terrestri e acquatiche, hanno atteggiamenti diversi soprattutto nella stagione degli amori, e talvolta la convivenza può diventare complicata. Inoltre, alcune malattie possono colpire con frequenza diversa a seconda del sesso. Insomma, sapere se hai un maschio o una femmina in giardino non è solo una curiosità da pettegolezzo rettiliano: è un dettaglio fondamentale per la gestione della salute e del benessere del tuo animale.

Infine, inutile negarlo, c’è anche un certo orgoglio da proprietario nel dire agli amici: “Lui è maschio, fidati, so riconoscerlo!” anziché brancolare nel buio senza risposte. È un po’ come distinguere tra un bonsai e un geranio: esteticamente possono sembrare simili, ma credimi, non lo sono.

Il metodo del guscio: il carapace che racconta tutto

Il primo posto dove guardare per distinguere il sesso di una tartaruga è il guscio, o per essere più precisi, il piastrone, cioè la parte inferiore. Qui si nasconde uno dei segreti più facili da leggere, soprattutto nelle tartarughe terrestri mediterranee come la Testudo hermanni. I maschi, infatti, presentano un piastrone leggermente concavo, una specie di “scodella” naturale che li aiuta durante l’accoppiamento. Le femmine, invece, vantano un piastrone piatto, pratico e spazioso per ospitare le uova.

È chiaro che non puoi pretendere di riconoscerlo subito quando la tartaruga è giovane: nei primi anni di vita tutte sembrano uguali, proprio come i bambini piccoli che vestiti con tute identiche confondono anche la maestra. Di solito la differenza diventa evidente dopo i 5-6 anni, quando la maturità sessuale comincia a farsi strada.

Altro dettaglio utile è la forma complessiva del carapace. I maschi tendono ad avere un guscio un po’ più allungato, mentre le femmine sono spesso più tondeggianti e massicce. Non è una regola assoluta, certo, ma se sommi questo indizio a tutto il resto, il puzzle inizia a comporsi.

La coda non mente: il test più evidente

Se vuoi un segno quasi inconfondibile, guarda la coda. Nelle tartarughe maschio, la coda è lunga, robusta e rivolta di lato, quasi fosse un pennacchio con cui sbandierare la propria virilità. Nelle femmine, invece, la coda è corta, appena accennata, sistemata ordinatamente verso il basso senza troppi fronzoli.

Questo dettaglio diventa particolarmente utile quando hai davanti esemplari adulti, perché nei piccoli le differenze non sono ancora marcate. Insomma, sezionare le tartarughe a colpo d’occhio richiede pazienza, ma la coda è uno degli indizi più affidabili che troverai sulla scena del crimine.

Un altro particolare da osservare è la posizione della cloaca, l’apertura alla base della coda. Nei maschi, si trova più distante dal piastrone, proprio per facilitare l’accoppiamento. Nelle femmine, invece, è vicina al guscio, quasi nascosta. Non è il confronto più elegante che avrai mai fatto nella vita, ma fidati: funziona.

Dimensioni e atteggiamenti: quando il comportamento svela la verità

Le dimensioni possono dirti molto più di quanto immagini. In molte specie di tartarughe terrestri, le femmine crescono più grandi dei maschi. È una questione di logica biologica: devono avere abbastanza spazio interno per contenere le uova. Così, se vedi due tartarughe simili per età ma una sembra “la sorella maggiore di tutte”, probabilmente hai davanti una femmina.

Ma non è solo questione di taglia. Il comportamento, soprattutto durante i mesi caldi, parla chiaro. I maschi diventano spesso insistenti corteggiatori, con atteggiamenti che variano dall’inseguimento fastidioso al tentativo di montare la partner, a volte con una rumorosità che ti farà sorridere (o esasperare). Le femmine, al contrario, mostrano un atteggiamento più tranquillo, se non addirittura infastidito, cercando di scappare dai pretendenti troppo insistenti.

Anche l’aggressività può essere un indizio: i maschi, soprattutto se convivono, tendono a sfidarsi a colpi di guscio, mentre le femmine raramente perdono tempo in battaglie così energiche. Ovviamente, se la tua tartaruga vive da sola, questo metodo diventa più difficile da applicare, a meno che tu non voglia passare le giornate a osservarla come un detective in pedinamento.

Specie diverse, indizi diversi: terrestri e acquatiche a confronto

Non tutte le tartarughe giocano con le stesse regole quando si tratta di differenze sessuali. Le tartarughe terrestri, come le mediterranee, sono tutto sommato facili da leggere con i metodi che abbiamo appena visto. Ma se possiedi una tartaruga acquatica, le cose cambiano.

Nelle tartarughe acquatiche, come la Trachemys scripta, uno degli indizi più importanti non è la coda, bensì le unghie anteriori. I maschi presentano unghie molto lunghe e affusolate, che utilizzano durante il corteggiamento facendo strani movimenti davanti al muso della femmina (sì, sembra quasi una danza di flamenco un po’ impacciata). Le femmine, invece, hanno unghie corte e più robuste.

Un altro segnale utile per riconoscere il sesso nelle tartarughe d’acqua è la differenza di dimensioni: anche qui, le femmine sono spesso più grandi, mentre i maschi rimangono più piccoli e snelli. La posizione della cloaca segue lo stesso schema di quelle terrestri: più lontana dal guscio nei maschi, più vicina nelle femmine.

Consigli pratici per non sbagliare

Capire il sesso di una tartaruga è un mix di osservazione, confronto e un po’ di esperienza. Se hai solo un esemplare, puoi trovarti spaesato perché ti manca un termine di paragone, ma con il tempo diventerai un esperto cacciatore di dettagli. Ricorda che prima dei 5 anni circa è quasi impossibile distinguere con certezza maschio e femmina, perciò armati di pazienza e non pretendere risposte immediate.

Se sei indeciso, il consiglio migliore è consultare un veterinario esperto in rettili o un allevatore affidabile. Evita le diagnosi “fai da te” basate su forum o commenti di amici poco esperti, perché rischi solo di confonderti di più. Infine, se possiedi più tartarughe, osservale insieme: le differenze diventano molto più evidenti quando puoi mettere maschi e femmine uno accanto all’altro.

  1. Controlla il piastrone: è concavo? Probabile maschio. È piatto? Quasi certamente femmina.
  2. Guarda la coda: lunga e spostata di lato = maschio. Corta e discreta = femmina.
  3. Osserva dimensioni e carapace: più grande e rotonda spesso significa femmina.
  4. Attenzione ai comportamenti: se uno rincorre e l’altro scappa, hai la coppia perfetta.
  5. Se acquatica, controlla le unghie: lunghe per i maschi, corte per le femmine.

Conclusione: detective delle tartarughe si nasce (o si diventa)

Dopo tutto questo viaggio tra gusci, code e unghie, avrai capito che riconoscere il sesso di una tartaruga non è un’arte esoterica, ma una faccenda di dettagli. Servono pazienza, occhio allenato e un po’ di spirito investigativo. Non scoraggiarti se al primo colpo non riesci: le tartarughe, con il loro ritmo zen e imperturbabile, sanno prendersi gioco di noi. Ma con queste informazioni sarai un passo avanti, pronto ad affrontare la verità sul tuo rettile preferito.

E la prossima volta che qualcuno ti chiederà: “Ma è maschio o femmina?”, tu potrai sorridere con aria saggia e rispondere senza esitazioni. Poi, magari, aggiungi pure un “Ci ho messo solo sei anni a capirlo”, giusto per mantenere il senso dell’umorismo.

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